sabato 14 novembre 2015

Un libero pensiero contro le inculture che vogliono distruggere la vita e la felicità del genere umano.

Dopo quel che è tragicamente accaduto in Francia, dai nostri cugini francesi, ho letto nella rete numerosi post sugli ultimi scritti di Oriana Fallaci e di risposta di Tiziano Terzani; alcuni concetti sono condivisibili, come per esempio "Perche' non rivediamo la nostra dipendenza economica dal petrolio? Perche' non studiamo davvero, come avremmo potuto gia' fare da una ventina d'anni, tutte le possibili fonti alternative di energia?", ma proprio per questo Terzani ammetteva, forse inconsapevolmente, che possiamo fare a meno della cultura- incultura?- islamica. Non tutte le culture sono uguali, se fosse così dovremmo ammettere che il nazifascismo abbia la stessa dignità della democrazia, e la cultura genericamente chiamata islamica è palesemente dietro alla nostra cultura. Lo è perché noi, grazie all'Illuminismo ed al successivo sviluppo del concetto di metodo scientifico, abbiamo gli anticorpi contro la credenza o religione che si voglia chiamare. Perché alla base della questione c'è un concetto di credenza, che come tale non ha attinenza con la realtà, per questo è contro la vita, le donne, gli animali, la democrazia, gli omosessuali, la felicità tout court. Questo è il succo della cultura islamica, che sappiamo abbia anche prodotto buone cose, ma che non può essere diversamente da così, come lo sarebbe da noi il cattolicesimo, se non lo avessimo in gran parte neutralizzato (non del tutto)  a mero folklore, come dimostra la storia passata dello stato della chiesa che ha prodotto cose analoghe all'Islam. L'unica speranza è liberare l'umanità dalla credenze, quindi dalle religioni, questo può passare solo attraverso la diffusione del pensiero scientifico e di una concreta istruzione e cultura laica, pubblica e capillaremente diffusa. Contrapporre come rimedio agli orrori dell'islam la presunta appartenenza al cristianesimo o peggio al cattolicesimo non serve che a rinfocolare il vortice oscurantista che ci sta portando indietro rispetto alle nostre palesi conquiste occidentali di civiltà.

mercoledì 2 luglio 2014

Il déjà vu sulla scuola del governo Renzi

L'incompetente ministro della pubblica istruzione, un relitto montiano che come tutti quelli che appartenevano al partito di Monti ha fatto solo danni agli italiani, ha partorito il déjà vu. Questo ministro che evidentemente non ha mai lavorato tanto, provenendo dalle baronie universitarie, non sa, perché ignorante o "populista", che un docente della scuola pubblica non è un dipendente comunale che svolge un orario di 36 ore; ha cioè a che fare con complesse relazioni multiple che riguardano anche più di 225 alunni a settimana, non a caso l'OMS definisce la nostra professione come ad altissimo tasso d'esaurimento nervoso. È anche per questo, ma non solo, che in tutto il mondo occidentale un insegnante lavora al massimo, ripeto al massimo, perché la media europea si attesta attorno le 18 ore,  24/26 ore alla settimana. Il docente occupa il suo tempo libero a studiare e ad aggiornarsi.  Lavorare 36 ore a settimana con gli alunni è materialmente impossibile per un insegnante. Dare in mano ai dirigenti scolastici questa opzione, significa scatenare un conflitto permanente nella scuola che ne abbasserebbe i risultati. Se questo è il topolino partorito da Renzi c'è d'aspettarsi un autunno caldo, molto caldo!

giovedì 26 giugno 2014

L'Italia di Renzi che non è dei cittadini ma della burocrazia e delle tasse.

L'Italia di Renzi che non è dei cittadini ma della burocrazia e delle tasse.

Dopo aver prenotato on line l'appuntamento in questura per fare il passaporto, contento di questa procedura scopro quasi subito che il versamento di 42,50 € non è possibile farlo on line, incredibile ma vero! Quindi questa mattina vado alle Poste, faccio una assurda fila che normalmente evito grazie alle operazioni on line, pago 42,50 € x 2= 85 € + 1,30 € x 2= 2,60 € ( tassa per me e mia moglie); siamo a quota 87,60 €. Leggendo nel sito della polizia di stato le istruzioni del caso, dovrei pagare 2 contrassegni telematici di 40,29 € ciascuno, ma so dalle notizie spulciate nei giornali che il governo Renzi ha portato da poco la tassa a 73,50 € (più che raddoppiata) e telefono alla questura per sapere dove pagare questo balzello: la risposta è incerta, forse in tabaccheria come era prassi prima. Vado in tabaccheria e li trasecolano, dicendo che non gli risulta che la tassa sia aumentata ma è la stessa di 40,29 €. Insisto e mi concedono una loro telefonata alla federazione dei tabaccai, risultato è che non posso pagare la tassa in tabaccheria ma in questura mi daranno un apposito bollettino... Dimenticavo avevo fatto delle ottime foto con la mia macchina fotografica, ridotte a foto tessera con un apposito programmino e dopo sempre aver consultato le indicazioni del sito della polizia di stato. Ebbene mi presento all'appuntamento in questura e scopro subito che le foto non vanno, debbo farle nell'apposita macchina presente in una stanza accanto: altri 5 € x 2=10 €, siamo a quota 97,60 €, non ci metto la carta fotografica e l'inchiostro che usato per stampare inutilmente le foto tessera a casa. Scopro anche, finalmente, che i famosi 73,5 € di tassa di Renzi si devono pagare in tabaccheria... Non mi arrabbio, prendo l'auto, lascio mia moglie in fila e corro a cercare una tabaccheria, che ovviamente non c'è vicino alla questura, sarà che Ancona è una città un po' così, parafrasando la canzone "Genova" di Paolo Conte! Infatti vedo una tabaccheria che sembra aperta a circa 2 km dalla questura ma... sembrava aperta. Proseguo e finalmente trovo la tabaccheria dove esibisco il fogliettino datomi in questura, con l'importo da pagare e dopo circa 15 min di attesa - la linea sembra che sia lenta, l'Italia in digitale... -, esce la tanto attesa marca telematica e dopo 10 min l'altra. Sono quasi raggiante - nonostante tutto - do la carta banco posta click per pagare e... il tabacchiere mi dice che il suo lettore di carte non l'accetta. Incomincio silenziosamente a "smadonnare" pensando - sono un italiano che ha memoria storica - al governo Monti, partorito da Napolitano, che aveva detto che tutti i pagamenti dovevano essere elettronici, dico io come in gran parte dei paesi avanzati ma... Corro alla macchina e vado a circa 1 km per prelevare soldi contanti ad un postamat. Ritorno e pago in contanti 147 € al tabaccaio e siamo arrivati a 244,60 €. Torno velocemente all'auto per arrivare giusto in tempo, perché alle 13 l'ufficio della questura non riceve più per dare le 2 marche da bollo telematiche da 244,60 €. Ma non è finita! Debbo rimettermi in fila per fare le impronte digitali, che nel frattempo mia moglie ha fatto e finalmente l'assurda odissea burocratica è terminata, basta solo aspettare almeno 20 giorni! D'altro canto per Renzi e la partitocrazia che continua a gestire - pessimamente - le nostre vite quotidiane è meglio che i cittadini non viaggino, hai visto mai che si accorgano ancora di più in che mani siano!

domenica 20 aprile 2014

Non comperate al Google Play Store!

Non comperate il Chromecast di Google! Il 17 marzo l'ho acquistato a 35 € + 3€ di spese di spedizIone sul Google Play. Ho scoperto che la tracciabilità del pacco non era prevista, cosa incredibile dato che tutti gli oggetti comperati on line sono tracciati. Il pacco non è mai arrivato, fatto che non mi era mai accaduto dopo tanti anni di acquisti on line, ma la cosa peggiore è stata la trafila di email, chiamate telefoniche al numero verde Google Play, per sapere dove era finito il mio pacco. Finalmente il 13 aprile ho avuto conferma che mi avrebbero rimborsato entro i 14 giorni lavorativi successivi. Il rimborso è arrivato con valuta del 13 aprile, solo qualche giorno dopo, mentre l'addebito era avvenuto al momento dell'ordine, procedura che in transazioni del genere è anomala perché il pacco si paga alla consegna. Ogni volta che chiamavo al Google Play, mi dicevano di attendere perché le richieste erano troppe, mentre nelle clausole del contratto di vendita c'era scritto che sarebbe pervenuto nei successivi 9 giorni lavorativi. In pratica pessimo servizio dell'azienda Google a dispetto del nome che ha...

domenica 25 agosto 2013

Suggerimenti e trucchi tecnologici: collegamento base AirPort Extreme a modem ADSL D-Link 320 B

Mi è capitato di cambiare il modem ADSL che avevo collegato alla base AirPort Extreme, sostituendolo con un D-Link 320 B (versione 2). In rete ci sono poche, frammentarie ed inesatte informazioni sulle relative impostazione; tra le altre, ho letto anche di una presunta incompatibilità tra i due dispositivi, niente di più inesatto. Questo modello di modem ADSL, che ha un collegamento di tipo Ethernet, si trova ad un prezzo economico su gli store on line come Amazon, con prezzi attorno ai 20 €. Configurare la base AirPort Extreme con il D-Link 320 B è semplicissimo. Prima di tutto consiglio di aggiornare il firmware del modem, collegandosi alla seguente pagina: http://www.dlink.com/it/it/support/product/dsl-320b-adsl-2-ethernet-modem e seguire poi la procedura chiaramente indicata. È anche consigliabile, se non lo si è precedentemente fatto, aggiornare il firmware della base AirPort Extreme. Con il collegamento del modem D-Link 320 B ad un computer s'imposta il funzionamento in modalità bridge, successivamente nella sezione internet della base AirPort Extreme s'immettono i parametri forniti dal proprio operatore ADSL scegliendo l'opzione PPPoE. A questo punto, se i parametri sono corretti basterà collegare la base al modem e tutto funzionerà.

mercoledì 19 giugno 2013

Obblighi dei docenti dopo la fine delle lezioni

Riporto un articolo tratto dal sito di Orizzonte della Scuola che può servire a tanti colleghi:

di Paolo Pizzo e Lalla - "Sono tantissimi i docenti che ci scrivono elencandoci i motivi per cui i Dirigenti stabiliscono la presenza a scuola anche dopo il termine delle lezioni. Ci preme quindi ritornare sull’argomento.

Presenza obbligatoria secondo il proprio orario di servizio, registri da firmare con orario di entrata e di uscita, relazioni da scrivere in riferimento a ciò che si “produce” e di cui si discute con gli altri docenti durante le ore di presenza a scuola, biblioteche da sistemare. Ci manca solo vetri da lavare e muri da imbiancare.

Sono solo alcuni dei motivi contenuti nelle circolari emanate in questi giorni dai Dirigenti per giustificare la presenza a scuola dei docenti dopo il termine delle lezioni.

Non ci stiamo. Non possiamo farci niente, qualunque cosa possano pensare i Dirigenti ciò che conta per noi è quello che dice il Contratto. Non si scappa.

Pertanto, o queste ore rientrano nelle 40+40 ore funzionali all’insegnamento e previste dal Piano annuale delle attività, oppure i Dirigenti stanno emanando degli ordini di servizio illegittimi perché non previsti da nessuna normativa. Non c’è una via di mezzo.

I docenti nel periodo in cui non vi è lezione ed escludendo ciò che prevede il Piano delle attività non possono essere obbligati (neanche con un ordine di servizio):

  • Alla presenza a scuola secondo il loro normale orario d'insegnamento;
  • A recarsi tutte le mattine a scuola per firmare il registro delle presenze;
  • Ad attività di riordino della biblioteca o altre attività normalmente “estranee” all'insegnamento;
  • Ad adempiere a qualsiasi attività prevista in un “elenco” di impegni stilato autonomamente dal Dirigente e non previsto nel Piano delle attività.

Ciò vale per qualsiasi ordine di scuola a lezioni terminate.

L'unica eccezione è per i docenti di II grado non impegnati negli esami.

La CM n. 7/2013 prevede al punto 3.5

"Al di fuori delle ipotesi di esonero, il personale direttivo e docente non utilizzato nelle operazioni di esame deve rimanere a disposizione della scuola di servizio fino al 30 giugno, assicurando comunque la presenza in servizio nei giorni delle prove scritte.

I Direttori Generali regionali e i Dirigenti Scolastici devono acquisire l'effettivo recapito rispettivamente del personale dirigente e docente con riferimento a tutto il periodo di svolgimento delle operazioni stesse."

“Rimanere a disposizione” non vuol dire però obbligo della presenza o della firma per tutti i giorni che vanno dal termine delle lezioni al 30/6. Non a caso il comma poi specifica “assicurando, comunque, la presenza in servizio nei giorni delle prove scritte ”.

I docenti, quindi, in assenza di un a presa di posizione delle RSU che ci augureremmo che avvenisse in tal senso, devono, come più volte detto, allertare tutte le OO.SS. territoriale e stabilire come agire di conseguenza."



domenica 10 marzo 2013

La rivoluzione degli ebook

Sono un fautore degli ebook e di tutta la tecnologia che sta dietro a questi libri digitali. Ritengo che l'ebook e il suo supporto materiale, l'ereader, saranno in tempi più o meno brevi i successori del libro cartaceo. Specialmente in Italia, paese tecnologicamente arretrato, c'è una notevole resistenza da parte un po' di tutti e per motivi diversi, editori, insegnanti, lettori, ecc. A molti di questi detrattori, che spesso non sanno di che cosa si parli, non avendo né sperimentato, né conoscenze su questa tecnologia, dico semplicemente, senza altre motivazioni che pur esistono, che prima del libro c'erano le tavolette con la cera e prima ancora la pietra e per gli uomini che usufruivano di tali supporti era sicuramente normale ed ovvio usarli. Probabilmente, al di là delle notizie storiche, l'avvento del libro, cartaceo e stampato, è stato un trauma e sappiamo che ha avuto resistenze iniziali. Ora tutti hanno accettato la tecnologia de libro cartaceo, è questione di poca intelligenza collettiva tecnologica e storica non accettare l'avvento della nuova tecnologia. Detto questo vorrei condividere con coloro che conoscono e leggono gli ebook la rabbia per come i politici, sotto la spinta dei miopi editori, hanno condizionato, per ora, l'editoria digitale. Oggi ho scaricato, su richiesta di mia moglie, un interessante ebook, in formato ePub, dal sito dell'lbs per leggerlo su di un ereader Kobo con tecnologia e-ink. In questo caso non essendo il libro comperato nella libreria on line Inmondadori/Kobo, non poteva essere letto direttamente. Ho dovuto scaricare il libro in un laptop, ho dovuto aggiornare l'applicazione Digital Adobe Edition, nel frattempo ho fatto peripezie per ricordarmi la password di Adobe, poi ho dovuto autenticare l'ereader con una lunga procedura che non sto a raccontare. Poi vado ad aprire l'ebook nell'ereader e... messaggio: " non sei autorizzato a leggere questo ebook"! Dopo qualche riflessione ho formattato l'ereader, re-impostato le preferenze, re-installato tutti i numerosi ebook, rifatto la procedura di prima e solo dopo più di un'ora e mezza di studio e lavoro sul l'ereader, mia moglie ha potuto iniziato a leggere il libro digitale... Tutto questo perché gli editori non hanno capito che i DRM sono inutili e dannosi, dato che a questo punto è meglio scaricarsi illegalmente il libro e non avere tante difficoltà. Chi conosce la storia più o meno recente della musica digitale sa che cosa voglio dire!